La costituzione dell'itinerario storico, richiese all' Ente per il turismo Kobarid e al Museo di Caporetto ben cinque anni di lavoro che vanno dal marzo 1993 all'ottobre 1998. Questo itinerario collega luoghi situati nei dintorni di Caporetto che presentano importanti attrattive di carattere storico, culturale e ambientale.
La sua lunghezza e di cinque chilometri, per compiere l'intero percorso e le visite dei luoghi di particolare interesse segnalati occorrono dalle tre alle cinque ore. Lungo il percorso si trovano le trattorie "Ganzlranc" e "Kamp Koren" che offrono ristoro ai turisti. Se si desidera essere accompagnati da una guida, e sufficiente telefonare al Museo di Caporetto.
Il sentiero si articola in più tappe: 1)L'insediamento romano del Gradic: Il centro abitato protostorico e classico antico del Gradic fu costruito su uno sperone roccioso che domina la vallata. Le monete che vi furono trovate, le statuette e gli altri reperti fanno risalire questo insediamento all'epoca compresa tra il II secolo av.Cr. e il IV secolo d.Cr. Gli scavi compiuti nella necropoli lungo l'Isonzo portarono alla luce 1405 tombe, evidenziando cosi l'ampiezza e l'importanza dell'insediamento. Tuttora sono visibili i ruderi dell'abitato protostorico e di quello classico. Purtroppo la gran parte dei resti fu distrutta durante la costruzione dell'ossario avvenuta sessant'anni fa. 2)L'ossario italiano: Fu costruito sul Gradic e culmina al centro con la chiesa di S. Antonio. Vi si accede attraverso una strada ai margini della quale sono disposte le stazioni della Via Crucis.
La costruzione dell'ossario richiese tre anni, terminato nel settembre del 1938, fu inaugurato da Benito Mussolini. I progetti sono dello scultore Giannino Castiglioni e dell'architetto Giovanni Grappi. Ha forma ottagonale ed e costituito da tre gradoni concentrici degradanti verso l'alto. Al culmine si trova la chiesa di S. Antonio consacrata nel 1696. Nell'ossario furono trasportate le salme di 7014 soldati italiani, noti ed ignoti, caduti durante la prima guerra mondiale, prelevate dai cimiteri di guerra dei dintorni. I loro nomi sono incisi in lastre di serpentina verde. Ai fianchi della scalinata centrale sono disposti i loculi contenenti i resti di 1748 militi ignoti. L'ossario ha un eccezionale valore storico, documentario ed artistico. 3)Il Tonocov grad: Si tratta di un colle erto, roccioso che domina l'Isonzo a nord di Caporetto e attraverso molti secoli fu scelto, data la sua posizione naturalmente difesa, come luogo di ricovero e di abitazione. Vi si trovano tracce della presenza umana che risalgono gia al periodo mesolitico di diversi millenni fa e arrivano fino all'epoca tardo-medievale. Il ruolo piu importante gli fu assegnato tra il IV e il VI secolo d.Cr. nell'era tardo-antica, al tempo delle migrazioni dei popoli. Fu sede di un forte presidio militare posto a guardia di un'importante strada che dalla pianura friulana conduceva verso i paesi del nord. Alla fine del V secolo sorse su questo colle un villaggio fortificato costituito da piu' di venti case d'abitazione e diverse chiese. Lungo i lati piu facilmente accessibili l'abitato era difeso da mura. Gli edifici riportati alla luce dagli scavi e quelli riconoscibili dai resti affioranti alla superficie nonche i ricchi reperti pongono il Tonocov grad tra i piu importanti e meglio conservati villaggi fortificati alpini dell'era tardo-antica che si trovano nelle Alpi Orientali.
Sul Tonocov grad sono chiaramente visibili anche le trincee e i ricoveri militari costruiti durante la prima e la seconda guerra mondiale. 4)La linea difensiva italiana: Un sentiero percorso gia dagli abitanti antichi e completato a tratti dai soldati italiani durante la prima guerra mondiale, ci porta dal Tonocov grad all'Isonzo.
Durante la prima guerra mondiale furono costruite nell'Alto Isonzo dall'esercito italiano tre linee difensive. Un tratto della terza linea difensiva correva lungo la sponda destra e la sponda sinistra dell'Isonzo. Seguendo questo percorso storico attraversiamo trincee, fortificazioni ed altre opere erette a difesa dell'attraversamento dell'Isonzo e delle vie che correvano lungo la sponda destra del fiume. 5)La forra dell'Isonzo: La parte alta del corso dell'Isonzo finisce al ponte di Napoleone nei pressi di Caporetto. Nel tratto compreso tra Tmovo e Caporetto esso scorre in una profonda gola, piena di gorghi, rapide ed enormi massi rocciosi disseminati nel suo letto. Prima del ponte il fiume sprofonda in una forra lunga circa 200 m, profonda fino a 15 m e larga appena due metri nel punto piu' angusto. Tipiche di questa forra sono le cavita scavate nella roccia e nelle zone di affluenza alti accumuli di calcare denominati "Cepljena skala" (roccia spaccata). Gia nel 1882 lo storico Simon Rutar scriveva in questi termini dell'Isonzo: "Il letto dell'isonzo si restringe al massimo sotto il ponte di Caporetto, dove la corrente precipita nel profondo tra due scogli rocciosi per schizzare poi fuori come una freccia dalla stretta faretra."
Una passerella di recente costruzione, lunga 52 m, congiunge le sponde destra e sinistra dell'Isonzo, esattamente la dove si trovava gia al tempo della prima guerra mondiale. Essa e stata ricostruita nel 1998 per opera del Museo e dell'Ente per il turismo Kobarid. 6)Le cascate del torrente Kozjak: Solo pochi minuti di cammino separano la passerella dal ponte in pietra sul torrente Kozjak, che fu costruito nel 1895: sotto il ponte precipita in un profondo tonfano la sua prima cascata.
Il torrente Kozjak, affluente di sinistra dell'Isonzo, ha le sue sorgenti molto in alto, sui fianchi montuosi della Krncica (2142 m), attraversa molte forre e precipita in sei cascate, di cui solo le ultime due sono accessibili ai turisti. Allo sbocco della forra inferiore si e formata la piu pittoresca cascata della Slovenia "Veliki Kozjak" (il grande Kozjak). A 250 m piu sotto la corrente precipita ancora una volta. Il paesaggio tipico del Veliki Kozjak ha la capacita di creare uno stato d'animo particolare. La cascata ha scavato una specie di sala sotterranea, il cui fondo viene colmato da un tonfano d'acqua verde-azzurra mentre le sue pareti sono coperte di stalattiti come le grotte carsiche. Nella semioscurita di questa sala spicca una bianca colonna d'acqua alta 15 m. 7)La linea difensiva italiana: Sulla via del ritorno dalle cascate del Kozjak imbocchiamo un sentiero che devia verso l'alto a sinistra e ci porta alle opere di fortificazione della prima guerra mondiale. In posizione dominante scorgiamo una postazione di mitragliatrice e un osservatorio militare. Poco distante si apre addossata al pendeo della montagna una caverna attrezzata, uno dei numerosi ricoveri disposti secondo il sistema difensivo circolare. Essi sono nella gran parte crollati, ma tre sono stati ripristinati. Dall'alto dell'osservatorio si gode di uno stupendo panorama che abbraccia gran parte dell'itinerario storico estendendosi in basso fino ai glauchi gorghi dell'Isonzo. 8)Il ponte di Napoleone: Nei pressi di Caporetto, la dove il letto dell'Isonzo si restringe di piu, le sponde destra e sinistra sono congiunte sin dai vecchi tempi da un ponte. I Veneziani ne distrussero uno in legno gia' nel 1616.
Il vecchio ponte di Napoleone, ad un'arcata e in pietra, fu costruito nel 1750: vi passarono le schiere di Napoleone in marcia verso il Predil, percin fu denominato dalla gente "ponte di Napoleone". Nel 1915, subito dopo l'entrata in guerra dell'Italia, i soldati austriaci in ritirata fecero saltare il ponte di Napoleone nella speranza di bloccare l'inseguimento delle truppe italiane. Successivamente il ponte fu ricostruito dagli Italiani, prima in legno, poi in ferro.
Durante la seconda guerra mondiale il ponte vide fatti di sangue durante la difesa, ad opera dei partigiani, del territorio libero della repubblica di Caporetto. Due iscrizioni commemorative vicino al ponte ricordano questi episodi dolorosi.
A guerra finita il ponte costitue per quindici mesi il valico di confine tra la zona A e la zona B.
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