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Paolo Diacono

Paolo Diacono nacque a Cividale del Friuli circa nel 720 (o forse nel 730), figlio dei nobili longobardi Warnefrit e Teodolinda, il primo discendente di Leupichi, che affiancava re Alboino nel passaggio dei Longobardi dalla Pannonia all'Italia. Paolo aveva almeno un fratello (Arachis) e una sorella, la quale divenne suora. Suo bisnonno Lopichis, figlio di Leupchis, venne fatto prigioniero e portato via dal Friuli in seguito alla fallita invasione degli Avari nel 610. Egli visse in prigionia assieme ai quattro fratelli (di cui Paolo non ricorda i nomi) finché non riuscì a scappare in Italia, che Paolo racconta ricalcando l'episodio di Elia nei Libri dei Re della Bibbia.


La casa natale di Paolo Diacono a Cividale del Friuli nella piazza omonima

Una volta tornato alla casa del padre, Lopichis la trovò in rovina: riuscì a riedificarla con l'aiuto di parenti e amici e prese moglie, ma non riuscì a riottenere la restante parte del patrimonio del padre, in quanto da decenni era confluito nelle mani di altre persone e le loro acquisizioni furono legittimate con l'usucapione (diritto che scattava dopo trent'anni di possesso, che sarà poi sancito anche dalla legge longobarda). Egli generò il nonno di Paolo Diacono, Arachis e quindi questi Warnefrit, padre di Paolo. Paolo raggiunse Pavia in giovane età per seguire gli studi in quella che allora era la capitale longobarda. Si formò alla corte del re Rachis allievo di un tale Flaviano[10] ed alla scuola del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, dove conseguì la carica di docente. Restò alla corte con i successivi re Astolfo e Desiderio. Divenne anche il precettore di Adelperga, figlia di Desiderio, che seguì quando ella si sposò con il duca Arechi II di Benevento. La caduta del regno Nel 774 visse il crollo del regno longobardo ed entrò a Montecassino (non si sa a quale titolo esattamente, se da monaco o laico). Tra il 782 e il 787, a causa della prigionia del fratello Arachis, condotto in Francia nel 776 da prigioniero dopo essere stato catturato nella battaglia che contrappose il ribelle del duca del Friuli di Rotgaudo duca del Friuli contro i nuovi occupanti (forse Paolo stesso non fu estraneo alla congiura), entrò alla corte di Carlo Magno.

Paolo Diacono venne incaricato da questi di insegnare lungo il viaggio (dunque ad aggregarsi alla spedizione) la lingua greca ai chierici incaricati di accompagnare a Costantinopoli la figlia Rotrude, promessa sposa dell'imperatore Costantino. Egli rifiutò l'incarico, ma il matrimonio, in ogni caso, non avvenne.

Nel 782, Paolo scrisse da Montecassino una lettera in metro elegiaco a Carlo Magno, implorandolo di riscattare il fratello: nella lettera descrive l'indigenza della cognata che doveva mantenere quattro figli, i nipoti di Paolo. Viene citato in un capitolare carolingio, in cui viene incaricato, grazie alle sue abilità filologiche e alla sua conoscenza della patristica, di compilare un Homiliarium, cioè una raccolta di omelie per le singole feste dell'anno, che, nel tempo, erano stati corrotti dall'ignoranza dei copisti "Impegnatisi magari con retta intenzione, ma non con adeguata capacità". Il tutto si inserisce nell'ambito della rinascita carolingia che prevedeva, tra i tanti scopi, la correzione, la copiatura e la distribuzione dei testi base religiosi e secolari degli antichi: ad esempio ad Alcuino di York fu affidata la correzione e la revisione della Vulgata. In Francia acquistò una certa notorietà e prestigio come maestro di grammatica. Una volta che il fratello venne liberato, Paolo Diacono abbandonò la corte carolingia e si fece monaco nel monastero di Montecassino.

Historia Langobardorum, Paolo Diacono


Nel 787 tornò a Montecassino, dove fra l'altro scrisse l'Historia Langobardorum, la sua opera più famosa in cui narra, fra mito e storia, le vicende del suo popolo, dalla partenza dalla Scandinavia all'arrivo in Italia fino al regno di Liutprando - evitando così il racconto della sconfitta subita ad opera dei Franchi. La scrittura del testo impegnò Paolo Diacono per due anni, dal 787 al 789. Morì il 13 aprile 799: l'evento è registrato nel necrologio di Cassino. Venne sepolto nel monastero, nella chiesa di San Benedetto, dinnanzi al capitolo, ma i rifacimenti successivi del monastero hanno cancellato ogni traccia della tomba.


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